L’Imposta Municipale Unica (IMU) è un tributo che colpisce gli immobili situati sul territorio italiano. Ma chi paga quella sulla seconda casa?
L’Imposta Municipale Unica (IMU) rappresenta un onere fiscale che colpisce gli immobili, ma le regole per le seconde case possono risultare complesse, specialmente per le coppie che possiedono due immobili separati. Vediamo come funziona e cosa cambia con le nuove disposizioni.
L’IMU è un tributo che colpisce gli immobili situati sul territorio italiano. Introdotta nel 2012, l’IMU ha sostituito l’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) e rappresenta una fonte significativa di entrate per i Comuni. L’IMU è un’imposta locale che grava sui possessori di immobili, sia abitativi che commerciali, e sui terreni edificabili. Questa tassa è dovuta ogni anno e il suo importo dipende dal valore catastale dell’immobile, dal coefficiente moltiplicativo stabilito dal Comune e dalle eventuali agevolazioni o esenzioni previste dalla legge
Il calcolo dell’IMU si basa sul valore catastale dell’immobile, che è determinato dall’Agenzia delle Entrate e corrisponde al valore dell’immobile ai fini fiscali. Questo valore viene moltiplicato per il coefficiente stabilito dal Comune, che può variare in base alla destinazione d’uso dell’immobile (ad esempio, abitazione principale o seconda casa) e ad altri fattori.
Per la casa principale, l’IMU non è dovuta, a meno che l’immobile non rientri nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (ville signorili, castelli e palazzi di lusso). Tuttavia, per le seconde case, l’imposta è a carico del proprietario dell’immobile, anche se non vi risiede o lo ha affittato.
Per le coppie, sia sposate che conviventi, che possiedono due immobili separati, sorge il dilemma di decidere su quale dei due godere dell’esenzione IMU. Tuttavia, una recente riforma ha introdotto la possibilità di scegliere quale dei due immobili designare come “abitazione principale” e ottenere l’esenzione IMU su quella.
La decisione spetta alla coppia, indipendentemente dal regime patrimoniale adottato (separazione o comunione dei beni). Possono decidere quale immobile assoggettare all’IMU e quale destinare all’esenzione, basandosi sulla convenienza economica. Tuttavia, affinché la coppia possa evitare di pagare l’IMU sulla seconda casa, entrambi i coniugi o partner conviventi devono possedere entrambi i requisiti richiesti per l’esenzione sul proprio immobile: residenza e dimora abituale.
Questa possibilità è particolarmente rilevante nel caso in cui la coppia viva in case separate per motivi di lavoro o altre esigenze. Inoltre, se la seconda casa viene concessa in comodato a parenti di primo grado, la base imponibile IMU è ridotta del 50%, purché siano soddisfatti determinati requisiti. In sostanza, la nuova normativa offre alle coppie la flessibilità di decidere quale immobile designare come abitazione principale per ottenere l’esenzione IMU, consentendo loro di gestire in modo più efficace il proprio patrimonio immobiliare.
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