L’Agenzia delle Entrate ha informato i cittadini di un pericolo, un tentativo di smishing per rubare i dati sensibili delle ignare vittime.
L’sms sembra provenire dall’Agenzia delle Entrate, ma in realtà è una truffa. La promessa di rimborso non deve far cadere i cittadini nella trappola. Vediamo come riconoscere il tentativo di smishing ed evitare il raggiro.
Noi cittadini siamo continuamente sotto attacco da parte di cyber criminali. Tentativi di phishing e smishing vengono messi in atto per rubare dati sensibili che possano servire ai malintenzionati per entrare nei conti correnti, ad esempio, e arrivare ai soldi dei malcapitati. Cadere nel tranello è facile perché l’email o l’sms sembra provenire da Poste Italiane, dalla propria banca, dall’Agenzia delle Entrate. Il testo della missiva, poi, spaventa l’utente oppure lo alletta con l’idea di ottenere un guadagno economico inaspettato.
L’ultima trappola segnalata dall’AdE rientra nella seconda casistica. I cyber criminali cercano di raggirare la vittima mettendola davanti alla possibilità di un rimborso. Fanno leva, dunque, sui desideri o sulle paure dei cittadini. Cosa c’è di meglio che ricevere una somma di denaro in un periodo in cui la maggior parte delle famiglie vive condizioni economiche difficili?
L’Agenzia delle Entrate ha avvisato i cittadini della possibilità che arrivi un messaggio sul cellulare che riferisce di un possibile accredito fiscale. Si tratta di una trappola costruita ad hoc dai criminali informatici per venire a conoscenza dei dati personali della vittima da usare, poi, per compiere atti illeciti. Nel testo dell’sms trappola si invita l’utente a compilare un form per verificare i dati in modo tale da ricevere un rimborso.
L’sms conterrà un importo a credito casuale e un link che ricondurrà alla pagina web creata appositamente dai malintenzionati. Tra i dati personali verranno chieste anche le coordinate bancarie su cui ricevere i soldi. Il testo recita “L’Agenzia delle Entrate ha calcolato il vostro credito fiscale annuale e ha stabilito che avete diritto a un rimborso” si leggerebbe. “Il rimborso ammonta a 240,12 euro. Verificate i vostri dati per ricevere il rimborso. Potete farlo facilmente tramite – link -” (la somma potrebbe essere diversa).
Non bisogna assolutamente cliccare su quel link. L’Agenzia delle Entrate non invia sms di questo genere e soprattutto non chiederà mai dati sensibili da inserire in un form. Bisogna segnalare l’accaduto e in caso di dubbio contattare direttamente l’AdE per chiedere spiegazioni. Attenzione anche alle email con false comunicazioni dell’Agenzia.
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