La regola dei 220 giorni consente di annullare la cartella esattoriale tramite una semplice procedura: ti spieghiamo come fare.
Le cartelle esattoriali rappresentano un serissimo problema per tanti cittadini italiani. Molti di questi possono usufruire di una vecchia legge dello Stato e diverse sentenze della Corte di Cassazioni per trovare una soluzione alla loro situazione debitoria.
La regola dei 220 giorni non si riferisce ad alcuna sanatoria, condoni o rottamazioni, né tantomeno a soluzioni legate alla prescrizione dei debiti iscritti a ruolo. Questa misura, nota anche come “silenzio-assenso”, parte dalle norme che le parti coinvolte devono necessariamente rispettare. Entriamo nei dettagli per capire dettagliatamente il funzionamento della regola dei 220 giorni.
Cartella esattoriale annullata: come funziona la regola dei 220 giorni
La regola dei 220 giorni è stata introdotta con la legge di Bilancio 2012 e mette in campo un meccanismo tramite il quale il concessionario della riscossione, oggi Agenzia delle Entrate, invia la cartella al contribuente servendosi di regole specifiche. In maniera analoga, l’ente creditore deve effettuare, secondo regole stabilite, la sua comunicazione all’Agente di Riscossione. In presenza del non rispetto delle norme le cartelle potrebbero essere annullate.
Gli attori di questo processo sono tre: l’ente creditore, il concessionario della riscossione e il debitore. Tutti i protagonisti devono seguire scrupolosamente le regole previste, dato che anche un solo errore nelle tempistiche potrebbe condurre alla sospensione della riscossione.
Di recente la Cassazione ha ribadito i principi normativi introdotti dalla Legge n° 228 del 12/2012 in merito alla sospensione della riscossione delle cartelle. In breve, i contribuenti potrebbero vedere l’annullamento delle cartelle esattoriali nel momento in cui l’ente creditore e il concessionario alla riscossione non eseguono correttamente i loro doveri.
Dopo aver ricevuto la cartella il contribuente può pagarla, così da chiudere la questione debitoria, oppure presentare ricorso entro 60 giorni attraverso un’istanza in autotutela. L’istanza deve avere al suo interno la domanda di sospensione della riscossione supportata da motivazioni e documentazione.
Dopo l’invio dell’istanza tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, il concessionario alla riscossione ha 10 giorni, dal ricevimento della richiesta, per informare l’ente creditore delle azioni eseguite dal contribuente. L’Ente dovrà procedere in maniera rapida per attestare la legittimità della sua richiesta, così da arrivare alla conferma del debito o all’accoglimento delle motivazioni del contribuente. Secondo questa legge, la cartella esattoriale dovrebbe essere cancellata se la procedura non si completa entro 220 giorni.