La difficoltà a concentrarsi è un disturbo comune che la scienza ha analizzato con una certa attenzione: il fenomeno del Brain Fog.
Per molti si rivela sempre la stessa storia: si è intenti a svolgere un compito comune e, puntualmente, quella notifica dello smartphone o il rumore del vicino sono in grado di distrarci. Talvolta a farlo è una semplice mosca che passa di lì per caso. Che rabbia, penseremo, ma la verità è che la colpa non è dell’igna mosca e nemmeno del vicino rumoroso; il problema è nella nostra mente.
La sensazione di cui parliamo, infatti, non tratta una semplice perdita di concentrazione, ma un vero e proprio annebbiamento della mente. In queste circostanze tutto sembra complesso: formulare una frase di senso compiuto, seguire una conversazione o anche solo ricordare i dettagli di un discorso appena ascoltato. Tutto questo può diventare destabilizzante sia nel lavoro che nelle semplici attività quotidiane, tanto che questa condizione è stata oggetto di studio negli anni ‘40. Da qui la risposta 10 anni dopo: il fenomeno del Brain Fog.
Il termine ‘Brain Fog’ è stato coniato nel 1850 dal medico britannico James Tunstall per descrivere l’esaurimento mentale sperimentato da coloro che impegnano intensamente la propria mente in attività intellettuali. Da avvocati a scienziati, finendo per scrittori, molti professionisti possono sperimentare questa condizione a causa dell’elevata concentrazione richiesta dal proprio lavoro.
Vista la frequenza di questa condizione, negli anni successivi, la anche detta ‘sindrome del cervello fagocitato’ è stata riconosciuta come una forma di sovraccarico mentale e inclusa nel DSM-4 per descrivere l’eccessivo sforzo intellettuale nello studio e nelle attività cognitive.
Ma di cosa si tratta esattamente? Ad oggi, il Brain Fog non è ancora formalmente riconosciuto come una condizione medica, ma piuttosto come un sintomo di varie condizioni sottostanti. Secondo il neurologo David Perlmutter, i sintomi principali includono difficoltà di concentrazione, apprendimento, memoria a breve termine e gestione del multitasking. La sensazione di confusione mentale e di rallentamento delle funzioni cognitive può rendere complesse anche le attività quotidiane più banali.
Visto e considerato che il Brain Fog non è una condizione medica in sé, oltre al sovraccrico mentale, può essere causato da diversi fattori, tra cui l’utilizzo di farmaci specifici che influenzano il cervello e il sonno, disturbi del sonno, una dieta carente di nutrienti essenziali per il cervello come Vitamina C e gruppo di vitamine B. Ma non solo. Anche malattie croniche come fibromialgia, artrite reumatoide e problemi tiroidei.
Come affrontare il Brain Fog? Sebbene non ci siano cure specifiche, ci sono diverse strategie che possono aiutare a gestire i sintomi. Uno tra questi è quello di assicurarsi di ottenere un sonno di qualità. Anche gestire lo stress e le attività quotidiane per ridurre il sovraccarico mentale (il cosiddetto burnout), si rivela essenziale. In tutto ciò, è sempre consigliato mantenere una dieta equilibrata ricca di nutrienti importanti per il corpo e la mente.
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