Il futuro delle sim fisiche, insomma, è fortemente in bilico, nonostante gli 8,3 miliardi di pezzi in giro per il globo.
Nel 1991 le prime SIM card per telefoni cellulari erano grandi come carte di credito e, con il passare del tempo, si sono notevolmente ridotte di dimensioni, così come i cellulari stessi.
Ad oggi, le SIM in commercio nano sono solo un quarantesimo della sua versione originale, ma può risultare un po’ scomoda da maneggiare e trasferire tra dispositivi. Tuttavia, le SIM non continueranno a ridursi, poiché stanno facendo spazio alle eSIM.
In futuro gli smartphone saranno dotati di un software che ci permetterà di scegliere e cambiare operatore telefonico con qualche click. Uno stravolgimento del concetto di Sim, della scheda telefonica che tutti abbiamo nei nostri cellulari, e del mercato che queste rappresentano.
Oggi in Italia ne risultano 110 milioni attive (1,8 a testa), considerando in questo numero anche quelle intestate a organizzazioni pubbliche e private, oltre alle Sim che abbiamo a bordo delle nostre automobili. Andiamo più nel dettaglio nella conoscenza della eSIM!
La “e” in eSIM sta per “embedded” (incorporata), indicando la differenza rispetto alle SIM tradizionali. Invece di essere inserita fisicamente nel telefono, viene costruita direttamente all’interno del dispositivo e successivamente impostata per connettersi all’operatore.
Il primo telefono a prevederne l’uso è stato il Google Pixel 2 che risale al 2017 e il cui uso, limitatamente negli Stati Uniti, permetteva di selezionare e cambiare operatore inquadrando un QR Code.
Non è una tecnologia nuova, essendo stata introdotta nel 2016, ma solo di recente si è diffusa a causa della maggiore disponibilità di smartphone e operatori che la supportano. Molti hanno appreso di recente cosa sia, soprattutto per l’uso diffuso durante i viaggi all’estero per avere accesso a Internet.
In poche parole, una SIM dice al telefono a quale operatore collegarsi e fornisce le credenziali necessarie per accedere ai servizi telefonici.
Ogni SIM è associata a un numero telefonico e altri codici per identificare l’utente: inizialmente concepita per consentire agli utenti di cambiare telefono mantenendo lo stesso numero, le prime SIM consentivano anche di memorizzare contatti e altri dati, cosa utile quando non c’erano alternative per salvare la rubrica online.
Negli ultimi anni gli smartphone sono diventati veri e propri colossi di memoria, semplificando la gestione dei dati (incluso il numero di telefono!). Già nel 2010 la GSM Association e i principali produttori di telefoni cellulari iniziarono a esaminare un’alternativa virtuale alle tradizionali SIM, portando alla nascita delle eSIM nel 2016 che hanno guadagnato terreno soprattutto grazie a Samsung e Apple.
Oggi, molti smartphone, inclusi quelli di Samsung e Apple, sono compatibili o esclusivamente dotati di eSIM. Ad esempio, gli iPhone dalla versione 14 in poi venduti negli Stati Uniti non hanno più lo slot per la SIM fisica, ma sono associati direttamente alla versione virtuale tramite accordi con gli operatori locali.
Fuori dagli Stati Uniti, gli iPhone offrono ancora l’opzione per la SIM fisica, ma possono anche essere utilizzati con eSIM.
L’attivazione di una eSIM avviene generalmente tramite un’applicazione o una procedura online fornita dagli operatori e, una volta attivata, diventa il punto di riferimento del proprio operatore telefonico, con tutti i codici identificativi necessari per l’accesso ai servizi.
Le eSIM offrono diversi vantaggi: prima di tutto, eliminano la necessità di maneggiare una SIM fisica, riducendo il rischio di smarrimento o danneggiamento. Inoltre, rendono più semplice il processo di cambio di dispositivo, eliminando la necessità di estrarre e reinserire la SIM fisica.
Con l’avvento delle eSIM, le probabilità di rintracciare uno smartphone smarrito o rubato aumentano, poiché la SIM integrata non può essere rimossa per disconnettere il dispositivo dalla rete cellulare.
In caso di furto, la SIM non può essere danneggiata o rimossa, agevolando il blocco del telefono e rendendolo inutilizzabile.
Inoltre, la rimozione dello sportellino per la SIM permette ai produttori di smartphone di creare dispositivi più resistenti e impermeabili, semplificando il design e riducendo i rischi di danni accidentali. Le eSIM possono anche estendersi ad altri dispositivi oltre agli smartphone, come smartwatch e tracker per oggetti.
Tutto ciò avrà un diretto beneficio sull’uso dell’IoT (Internet of Things), l’Internet delle cose che ha già un impatto di rilievo sull’industria italiana e che è ampiamente descritto nel Piano nazionale industria 4.0 preparato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise).
Un aspetto non di secondaria importanza, perché la capacità di innovazione delle aziende è strettamente legata alla loro competitività sui mercati, soprattutto internazionali.
La passione culturale degli italiani per le automobili pone un altro problema che le eSim possono risolvere con maggiore agilità. Gli abbonamenti alla rete che vengono venduti insieme alle automobili diventano un grattacapo nei passaggi di proprietà, perché richiedono modifiche dei contratti che rischiano di lasciare il veicolo a un periodo più o meno lungo di assenza di connettività.
Una noia che si può aggirare in pochi e brevi passaggi con una eSim la cui configurazione può essere anche eseguita da remoto.
Un vantaggio evidente è la possibilità di gestire più numeri di telefono sullo stesso dispositivo, consentendo alle eSIM di memorizzare le informazioni di registrazione con diversi operatori contemporaneamente.
Questo è particolarmente utile durante i viaggi all’estero, dove è possibile acquistare facilmente una eSIM temporanea per accedere alla rete cellulare locale senza spese di roaming.
Tuttavia, dobbiamo anche elencare alcuni svantaggi che sono da considerare: ad esempio, in caso di rottura dello smartphone, il trasferimento del numero su un nuovo dispositivo non è immediato come il semplice scambio di una SIM fisica.
Inoltre, gli operatori telefonici hanno maggiore controllo sulle eSIM, poiché il trasferimento del numero richiede l’interazione con i loro servizi.
Gli operatori italiani hanno avuto una reazione lenta all’ingresso delle eSIM, ma oggi si stanno ravvedendo con una certa rapidità, mettendo a disposizione dei clienti eSim il cui costo varia dai 5 ai 15 euro una tantum.
Alcuni operatori prevedono anche la possibilità di avere eSim copia della Sim principale per farne uso in dispositivi diversi, siano questi un altro smartphone o un oggetto indossabile.
Nel 2019 l’autorità Garante nelle comunicazioni (Agcom) ha avvertito la necessità di valutare la situazione del mercato delle eSim per creare una regolamentazione che escludesse pratiche discriminatorie da parte degli operatori.
Occorrono quindi tavoli di confronto periodiche per escludere posizioni dominanti anche da parte dei produttori di dispositivi mobili o indossabili che potrebbero prevederne il funzionamento soltanto con uno o l’altro operatore di telefonia, riducendo così le aspettative di concorrenza del mercato di riferimento.
Sia gli operatori telefonici che i clienti finali dovranno superare criticità rilevabili soltanto dopo una capillare distribuzione delle tecnologie in uso.
Nonostante questi ostacoli, il passaggio dalle SIM tradizionali alle eSIM è in corso, con un impatto positivo sull’ambiente grazie alla riduzione dei materiali plastici utilizzati per le classiche SIM.
Questo processo richiederà anni per essere completato, ma con il supporto dei principali produttori e operatori, sembra essere inevitabile.
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