Il Santo Padre aveva parlato di “sollevare bandiera bianca” contro la Russia. Dura la reazione di Kiev: “La nostra bandiera è gialla e blu, e questa è la bandiera per a quale viviamo, moriamo e vinciamo”.
Dura reazione in Ucraina dopo le dichiarazioni del Papa che nella giornata di ieri ha affermato: “È più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, e quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare”. Decisa la risposta di Kiev che tramite il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha dichiarato: “La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere”.
“Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa”, ha detto il Pontefice in un’intervista con la Radiotelevisione svizzera che andrà in onda il 20 marzo. “Per fermare i morti serve negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta, e altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”, ha chiesto ancora il Santo Padre.
“Ringraziamo Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace, e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell’Europa, il Pontefice trovi l’opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di ucraini cattolici, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini”, ha aggiunto ancora Kuleba.
Anche la Francia, attraverso le parole del ministro degli Esteri Stéphane Séjourné ha ripreso, in un’intervista a La Tribune, le parole del Santo Padre: “Come si fa a pensare che di fronte a una potenza espansionista, a un paese imperialista, ci si possa permettere di fare un passo di lato? Significherebbe dargli la possibilità di approfittarne per andare avanti. Noi dobbiamo parlare lo stesso linguaggio della Russia, quello dei rapporti di forza. Siamo molto ingenui a pensare che dovremmo fissare noi i nostri limiti, mentre è la Russia a violare il diritto internazionale”.
“Le parole di papa Bergoglio sul coraggio di alzare bandiera bianca, sul negoziare quando vedi che sei sconfitto sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla terribile e criminale aggressione russa” ha invece dichiarato Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, in un post su Facebook. “Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza, mai avremmo immaginato di ricevere la stessa richiesta dal nostro Papa, capo della Chiesa Cattolica e predicatore di Vangelo”.
“Per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male e al peccato che rappresenta oggi la Russia di Vladimir Putin. Difendere la propria vita e la propria casa è dovere sacrosanto di ogni cittadino. Proprio in questo momento difficile – prosegue Horodetskyy – quando gli aiuti americani sono bloccati e l’Ucraina rischia di rimanere isolata e in balia dell’aggressore, sentire dal Papa questi infelici appelli è fortemente deludente. L’Ucraina non è stata sconfitta e non abbiamo visto alcuna volontà di arrendersi da parte del nostro popolo”.
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