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Cos’è il Super Tuesday e perché è importante in vista delle elezioni negli Stati Uniti?

Domani è il giorno del Super Tuesday, con 15 Stati che voteranno il proprio candidato alle primarie. Nikki Haley prova a insidiare il favoritissimo Trump, per i democratici sembra sicura la vittoria del presidente Joe Biden

Giornata cruciale quella prevista domani per la corsa alle primarie degli Stati Uniti. Martedì 5 marzo si svolgerà infatti il tanto atteso Super Tuesday, un evento fondamentale nel processo di nomina presidenziale. Quindici Stati, insieme al territorio delle Samoa Americane, andranno alle urne il 5 marzo: Alabama, Alaska (solo per i Repubblicani, mentre i Democratici voteranno ad aprile), Arkansas, California, Colorado, Iowa (ultimo giorno per inviare i voti per corrispondenza per i Democratici), Maine, Massachusetts, Minnesota, Carolina del Nord, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont e Virginia.

Come funziona il voto

Le modalità di voto e le regole variano da Stato a Stato, con alcune differenze significative che influenzano il processo elettorale. Sei Stati consentono la partecipazione alle primarie anche agli elettori non iscritti al partito, tra cui Alabama, Arkansas, Minnesota, Texas, Vermont e Virginia, mentre negli altri Stati è richiesta l’affiliazione al partito per poter votare.

Joe Biden | ansa – irshivideos.com

Inoltre, non tutti gli Stati hanno lo stesso peso nell’assegnazione dei delegati, con il Texas che risulta particolarmente influente in quanto assegna un elevato numero di delegati sia ai Democratici (241) che ai Repubblicani (155).

Il Super Tuesday è caratterizzato dall’elezione di circa il 30% dei delegati democratici e il 36% di quelli repubblicani, rendendolo un momento cruciale nella corsa alla candidatura. Se per l’attuale presidente, il rappresentante dei democratici Joe Biden il risultato sembra quasi garantito, la strada sembra essere meno spianata per Donald Trump. Con 874 delegati in gioco per i Repubblicani, più di un terzo del totale che voterà ufficialmente alla convention di luglio del partito, Trump ha l’opportunità di consolidare il suo vantaggio, anche se al momento non sono escluse soprese. La presenza della concorrente Nikki Haley, fresca di vittoria simbolica nelle primarie di Washington DC, potrebbe indicare una divisione all’interno del partito repubblicano riguardo alla figura di Trump.

Il Super Tuesday nella storia

L’importanza di questa giornata fa parte della storia recente degli Stati Uniti, anche se già nel 1984 e nel 1988 divenne ufficiale con gli stati del sud che decisero di riunire le loro consultazioni in una singola data. Considerando quindi l’alto numero di delegati eletti (più o meno il 30% dei democratici e il 36% dei repubblicani), domani è un crocevia fondamentale e di grande interesse per il Paese.

Anche se appare scontata la nomina dei due sfidanti per la carica di presidente nelle prossime elezioni, ovvero Joe Biden contrapposto a Donald Trump, soprattutto per i repubblicani la partita è ancora aperta, considerando la graduale risalita di Nikki Haley. Soltanto nel 2008, quando in campo democratico si affrontarono il futuro presidente Barack Obama e la senatrice Hillary Clinton, il Super Tuesday si concluse con un sostanziale pareggio.

Cosa ci aspetta dopo il Super Tuesday

Nikki Haley ha annunciato la sua determinazione a proseguire la campagna fino alla Convention repubblicana di luglio, presentandosi come una valida alternativa a Trump, che si trova attualmente alle prese con procedimenti giudiziari dall’esito incerto. Tuttavia, una sconfitta significativa nel Super Tuesday potrebbe seriamente compromettere la sua campagna e spingere molti finanziatori a ritirare il loro sostegno, seguendo l’esempio dei fratelli Koch, i quali hanno già abbandonato la sua causa dopo la sconfitta nella Carolina del Sud.

Anche per Trump, il voto del Super Tuesday potrebbe essere determinante. Oggi, infatti, è previsto che compaia in tribunale per rispondere delle accuse relative agli eventi del 6 gennaio al Campidoglio, davanti alla giudice Tanya Chutkan a Washington. Il tycoon aveva cercato di appellarsi all’immunità, affermando di aver agito in qualità di “presidente degli Stati Uniti”. Sebbene questa richiesta sia stata respinta, potrebbe comunque essere un fattore importante in vista del Super Tuesday e degli appuntamenti elettorali successivi, come quelli in Georgia il 12 marzo (uno Stato cruciale per le elezioni), in Florida il 19 (dove Trump risiede a Mar-a-Lago) e infine a New York il 2 aprile.

Andrea Zoccolan

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